Dopo il passaggio alla Camera – in una guerra combattuta a colpi di emendamenti e mediazioni - approda oggi (lunedì 24 febbraio) in Commissione Affari Costituzionali al Senato l’ultima versione della norma sull’equipollenza contenuta nel decreto legge 150/13, il Milleproroghe: si tratta della norma sull’accesso al Registro dei Revisori legali per coloro che superano l’esame di Stato per l’iscrizione all’Albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Potrebbe quindi chiudersi – e comunque l’iter si dovrà tassativamente concludere entro il 28 febbraio – questa “guerra dei Roses” tra commercialisti e revisori, impegnati i primi a sostenere l’idea di un esame unico che serva per essere iscritti in entrambi i Registri professionali, e gli altri a difendere l’autonomia della professione. Una guerra combattuta dentro le aule del Parlamento, come racconta Enrico Zanetti, commercialista e revisore, vice presidente della Commissione Finanze della Camera, paladino in Aula della battaglia dell’esame unico per i commercialisti (con le dovute integrazioni) e autore di numerose modifiche al testo del decreto, tra le quali quella che esclude appunto prove separate per i commercialisti (“senza la previsione per i candidati di maggiori oneri e di nuove prove d’esame”). “Quindi per iscriversi al registro dei revisori i commercialisti non dovranno più superare un esame di idoneità ad hoc” spiega Zanetti. Ora se il testo

 

del Milleproroghe sarà confermato anche in Senato, per i commercialisti che intendono iscriversi all’Albo dei revisori rimane fermo l’obbligo di tirocinio, ma il tempo aumenta dai 18 mesi obbligatori per diventare commercialisti a 36 mesi. Quanto alla prova d’esame, il decreto prevede che superino una parte aggiuntiva del loro esame professionale, stabilendo però la necessità di un ulteriore, successivo decreto che dovrà essere emanato dal Ministero della Giustizia in soli venti giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione Milleproroghe (quindi entro il 20 marzo) che stabilirà nel dettaglio quali integrazioni alla prova d’esame serviranno agli aspiranti commercialisti per una contestuale iscrizione al Registro dei revisori. Così mentre la lobby dei commercialisti ha deciso di non rilasciare più dichiarazioni fino alla definitiva approvazione del decreto, il pallino torna al Ministro della Giustizia, con tutte le incertezze che in questo momento accompagnano le sorti del Governo. “Il rinvio al Ministero della Giustizia – commenta Virgilio Baresi presidente dell’Istituto nazionale Revisori legali (INRL) – dimostra l’imbarazzo che si era creato negli ambienti parlamentari per aver sostenuto un emendamento che, riconoscendo l’equipollenza per i commercialisti, violava palesemente la legislazione europea”. La guerra infatti è entrata anche nelle stanze della Commissione europea – intervenuta perché preoccupata del rispetto della direttiva sulla disciplina della professione di revisore legale e sulle materie d’esame – incassando ovviamente il sostegno dell’Istituto. “Abbiamo sempre sostenuto – spiega Baresi - la preminenza della legislazione Ue, preoccupandoci di sottolineare come debba essere sancita la netta separazione dell’attività professionale del commercialista, consulente di parte, dalla libera professione del revisore legale, ispirata al principio della terzietà, come dettato appunto dalla normativa europea”. E Baresi chiosa: “La nostra azione di contrasto all’equipollenza, richiamando più volte l’attenzione con lettere alla Presidenza della Repubblica, del Senato e della Camera, ha evitato i danni di una sanzione che parte da otto milioni di euro: sarebbe infatti stata questa la cifra per la sanzione che Bruxelles poteva comminare all’Italia per il mancato adeguamento alle direttive europee. Con le sue azioni l’Istituto ha di fatto contribuito a scongiurare una danno socio-economico che avrebbe colpito il Paese”. Alla fine sarà il ministero della Giustizia ad avere l’ultima parola, con molti mal di pancia dei commercialisti (“Sono il primo ad avere l’orticaria al pensiero di aver rimesso in mano ai ministeri l’ultima parola” dice Zanetti) e una certa soddisfazione dei revisori: per ora la guerra delle lobby continua. Nella tabella a destra, la distribuzione regionale dei revisori legali Al primo posto la Lombardia, con 24.002 revisori, seguita dal Lazio con 19.297.

Fonte: La Repubblica